Regione Calabria

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Ricostruita dopo il devastante terremoto del 1783 e recentemente restaurata, essa appare oggi come uno splendido museo dell’arte barocca, con la preziosa statua in marmo della Madonna degli Angeli realizzata da Antonello Gagini agli inizi del 1500 e poggiante sul ricco scannello con rappresentazioni della Dormizio Greca della Vergine, ed il grande bassorilievo del XVI Sec. raffigurante la Natività attribuita a Giovanbattista Mazzolo scultore Toscano, sotto di essa si trova un altro frammento marmoreo del XVI di scuola Toscana raffigurante la Trasfigurazione e sulla parte sinistra un paliotto in marmo di inizio cinquecento con le figure di San Francesco D’ Assisi e Santa Caterina di Alessandria essa è anche contenitore di altre bellissime opere scultoree in marmo e legno e tanto altro ancora.

 

  • Il Dossale dell’Epifania | Giovan Battista Mazzolo

 

Con il termine Dossale si indica un prodotto artistico destinato alla parte posteriore dell’altare, elemento da cui traggono origine i più celebri polittici o pale.

 

In Calabria è possibile osservarne uno nella Chiesa di San Marco, a Seminara, un’opera di 3 metri per 2 di puro marmo di Carrara del 1540/1550 attribuita a Giovan Battista Mazzolo: Il Dossale dell’Epifania.

 

Tante sono le peculiarità di questa bellissima opera, una di queste è un mix di Miti della Magna Grecia presenti nella cornice in marmo che la racchiude.

 

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Il mito di Medusa e Perseo

 

Sul lato Destro la più temuta delle Gorgoni punta il suo sguardo verso chi ha di fronte, chi non conosce Medusa capelli di Serpente e il suo sguardo che pietrificava chi incrociava i suoi occhi?

 

Forse non tutti sanno, come narra il mito, che Medusa non é sempre stata un mostro, anzi, in principio era una splendida fanciulla che aveva sviluppato l’abilità di sedurre gli uomini con il solo sguardo, tanto da far invaghire di sé niente meno che il dio del mare, Poseidone.

Infatti la leggenda narra che Medusa fu trasformata in mostro da Atena, come punizione per aver giaciuto con Poseidone in uno dei suoi templi, mentre secondo altre versioni Atena era avversa a Medusa perché quest’ultima aveva osato competere con lei in bellezza. 

Per questo motivo Medusa fu relegata su un’isola oltre oceano insieme alle altre Gorgoni, Steno ed Eurialo, due semidee che al contrario di Medusa erano immortali e non invecchiavano.  

Su quest’isola il re di Serifo, Polidette, inviò Perseo a uccidere Medusa, pensando in tal modo di liberarsi di lui per poterne sposare la madre, però…

Una volta che Perseo raggiunse il luogo dove dimoravano le Gorgoni, le trovò che dormivano e, con la mano guidata da Atena, guardandone il riflesso nello scudo per evitare di restare pietrificato, riuscì a decapitare Medusa.

Dalla ferita uscirono subito il cavallo alato Pegaso e il gigante Crisaore, i figli dell’unione tra Medusa e Poseidone. 

Perseo portò con sé la testa di Medusa, che non aveva perso il suo potere di pietrificare con lo sguardo e la usò come arma contro numerosi altri avversari e nemici. 

 

Una fonte di ispirazione

 

Ci sono stati numerosi artisti che hanno preso spunto da questo mito nel corso dei secoli, fra le più note, il dipinto del Caravaggio Scudo con testa di Medusa e la statua Perseo con la testa di Medusa di Benvenuto Cellini (1545-1554). 

 

Apollo e Acanto

 

Tra mitiche figure di satiri e putti, l’Acanto la fa da padrone, ed ecco che ritorniamo a un altra figura femminile mitologica: la bellissima ninfa Acanto, incantevole fanciulla corteggiata dal Dio del Sole: Apollo.

 

Si narra che un giorno, mentre il Dio del Sole andò a farla sua, lei lo respinse graffiandogli il viso, il Dio la volle punire trasformandola in Acanto, questa grande pianta che cresce spontanea sopratutto nella nostra fascia tirrenica, che con le enormi e verdi foglie fa sbocciare un fiore che punge ma sopratutto punta il Sole.

 

Negli elementi decorativi Cristiani la foglia di acanto spesso presente nei capitelli delle colonne delle Chiese rappresenta purezza e verginità.

In alto a Sinistra altri due elementi decorativi ci parlano dei Tritoni, creature mitologiche che accompagnavano il Dio del mare: Poseidone.

Seminara possiede due dossali che raffigurano la venuta dei Magi, questa della Chiesa di San Marco si distingue dall’altra che è presente nella Chiesa di San Michele per la staticità dei personaggi e per i particolari delle figure realizzati usando il “Trapano Romano”.

Anche lo stile e il modello riprende il famoso dipinto di Cesare da Sesto presente nella Galleria di Capodimonte a Napoli del 1519.

 

  • La Madonna degli Angeli | Antonello Gagini 

 

La Madonna degli Angeli è un’opera che deve il proprio fascino a diversi fattori: il primo è lo sguardo, assorto e quasi assente della Madre, che sembra liberarsi della dura freddezza del marmo volgendosi con tenero e vivido sguardo verso l’osservatore; l’altro è lo scannello, la base su cui l’opera è posta in cui è inciso un bassorilievo che illustra una raffigurazione insolita della Dormitio Virginis.

 

Considerata uno tra i più commoventi apici autografi del Gagini in Calabria, quest’opera fu segnalata da Giovanni Fiore nella Calabria Illustrata, lasciando testimonianza dell’alta considerazione in cui la statua era tenuta. Fu più volte replicata da un altro notevole artista: Giovambattista Mazzolo. Inoltre, nel 2019 per volere del Mibac fu esposta a Matera, Capitale della Cultura Europea, nella mostra Il Rinascimento visto da Sud, risultando una delle opere più fotografate della mostra.

Il Gagini volle dare a questo bassorilievo un Mistero di un Vangelo Apocrifo. Se si contano gli Apostoli, essi sono 10. Tra essi manca Giuda Iscariota, suicidatosi dopo il tradimento, e San Tommaso che – si narra – è arrivato dopo la morte della Vergine.

 

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- Ma chi è il misterioso personaggio al centro? Si chiamava Ruben e questa è la sua storia.

 

Il giorno della morte di Maria gli apostoli si sono ritrovati a Gerusalemme attorno alla Vergine, secondo il volere che Cristo espresse prima di essere crocifisso. All’ora terza della Domenica lo Spirito Santo discese sugli apostoli in una nube e così discese Cristo con una moltitudine di angeli che cantavano, dal Cantico di cantici: «Come un giglio tra le spine, così l’amica mia tra le figlie».
Tutti i presenti caddero bocconi e per un’ora e mezza nessuno poté alzarsi.
Dopodiché l’anima di Maria fu assunta in cielo.

Mentre la nube saliva tremò tutta la terra e, in un istante, tutti i presenti furono posseduti da Satana. Tentarono di bruciare il corpo di Maria ma in quel momento una grande luce li abbagliò e cominciarono a scontrarsi gli uni con gli altri.

A questo punto gli apostoli, colpiti da tanto splendore, s’alzarono e, recitando i salmi, iniziarono il trasporto del corpo santo dal monte Sion alla valle di Giosafat. Giunti a metà strada un ebreo, di nome Ruben, stava per gettare a terra il feretro della Vergine quando all’improvviso le sue mani si seccarono e, volente o nolente, fu costretto a portare il corpo fino a destinazione.

Una volta giunti alla valle di Giosafat, Ruben, gridando e piangendo, prese a supplicare gli apostoli affinché lo salvassero e questi, pregando e supplicando il Signore affinché lo perdonasse, ottennero la grazia.

Da quel momento Ruben, guarito, rese grazie a Dio, baciò i piedi della regina di tutti i santi e degli apostoli, nello stesso luogo fu battezzato e iniziò a predicare il nome del Signore Gesù Cristo.

Gli apostoli deposero il corpo nella tomba con grande onore, piangendo e cantando pieni di amore e di dolcezza. Poi un’improvvisa luce celeste li circondò e caddero a terra, mentre il corpo santo fu assunto in cielo dagli angeli.

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